RIQUALIFICAZIONE LATO SUD DI PIAZZA SORDELLO A MANTOVA
MUSELIZZAZIONE DOMUS ROMANA
LOCATIONI
ITALY - MANTOVA
DESIGNERS
ANTONIO MEDICI, LUCA RIGATTIERI, MARCO CHIERICI
PROJECT YEAR
2012
© ANTONIO MEDICI
Un linguaggio rigoroso, essenziale, silenzioso e non prevaricante, un’architettura che definiamo dell’ascolto, che eviti proposte sensazionalistiche o ricerche tecnologiche o formali i cui esiti sono spesso incapaci di confrontarsi con le peculiarità e la ricchezza dei luoghi.
PUBLISHED ON DECEMBER 10, 2012
Ci concentriamo sulla "mantovanità" cogliendo aspetti della città nella sua evoluzione urbana per trasferirli in una architettura destinata inevitabilmente a modificare uno spazio consolidato.
La nuova struttura museografica si inserisce nella piazza come un camaleonte; La sua maschera esterna, pressoché priva di aperture, rimanda alla maggior parte degli edifici mantovani.
I fronti prospettici, a tal riguardo, saranno trattati con una trama regolare di lamelle in cotto disposte in modo uniforme che lascino trapelare l'intorno solo attraverso poche e selezionate vedute.
© ANTONIO MEDICI
Nella proposta la domus non sarà un semplice sito archeologico, ma un organismo vitale da percorrere, vivere, attraversare e percepire da molteplici punti di osservazione, inducendo i cittadini a scoprirlo ancor prima che incuriositi visitarne i reperti che custodisce.
La configurazione planivolumetrica si innalza secondo un profilo che a partire dalla facciata sale fino in coincidenza dell’area soprastante lo scavo, modulando i prospetti dell’edificio in modo progressivo e in continuità spaziale con l’intorno.
© ANTONIO MEDICI
Un sistema di rampe accostate sul lato nord-ovest dello spazio museografico si raccorda al pavé in acciottolato e indirizza un percorso dolce e graduale che si snoda ora in una direzione ora in un’altra fino a salire sulla piazzetta belvedere soprastante, anch’essa pavimentata in acciottolato, luogo di sosta e punto di osservazione privilegiato quanto inusuale sullo scenario di Piazza Sordello.
Un segno urbano dunque, ancor prima che architettonico in grado di modificare percorrenze sedimentate nel tempo, modi d’uso, percezione della piazza.